Il Focus Stacking in due parole

Come probabilmente molti di voi sapranno la Profondità di campo ( PdC) è quella parte dell’immagine ripresa che rimane a fuoco e sufficientemente nitida. Nella fotografia macro la PdC è particolarmente ridotta rispetto alla fotografia ’normale’.

Più ci si avvicina al soggetto, maggiore sarà il rapporto di ingrandimento e minore sarà la parte di esso che risulterà nitida con il risultato che solo una parte del nostro insetto sarà a fuoco!

In parte si può bilanciare chiudendo il diaframma ma questo, oltre certi limiti, comporterà la diffrazione e non sarà comunque sufficiente quando vogliamo avere un ingrandimento maggiore.

Allora come fare ad ottenere una foto macro o peggio ancora una macro ‘estrema’ ?

E’ qui che entra in gioco la tecnica del Focus Stacking, la cui logica è quella di eseguire una serie di scatti, uno per ogni piano di fuoco, e poi unirli successivamente in postproduzione. Condizioni necessarie per una buona riuscita sono la staticità del soggetto durante tutta la serie degli scatti e l’utilizzo di un buon treppiede (anche se in certi casi si possono ottenere buoni risultati anche a mano libera).

I migliori programmi commerciali per il focus stacking sono Helicon focus e Zerene Stacker.

Il procedimento può essere fatto, in caso di un numero non eccessivo di foto da combinare, anche a mano con Photoshop allineando gli scatti come livelli e cancellando in ognuno le parti non a fuoco. Questo metodo è decisamente impegnativo ma permette di poter avere buoni risultati anche con scatti non perfettamente allineati tra loro, compresi quelli fatti a mano libera.

Passiamo a un esempio pratico. Come si può notare in queste foto solo alcune parti dell’insetto risultano essere nitide e a fuoco.

Ma combinando più foto come queste ( e quindi con una profondità di campo che interessa solo una parte specifica del soggetto) con la tecnica in esame otterremo questo risultato: